La tribù del Principe guerriero

Le sepolture della necropoli di Piano Fusaro raccontate nella splendida ala archeologica del Museo di San Pietro Avellana

La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)


Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    

La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).

La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).


La necropoli arcaica di Piano Fusaro (VII-VI sec. a.C)

Nel corso dei lavori per la realizzazione del metanodotto Campochiaro - Sulmona nel dicembre del 2004 fu intercettata una tomba a tumulo, affiancata da una seconda sepoltura. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, in collaborazione con la SNAM, intraprese allora lo scavo sistematico del sito, che ha portato alla luce una necropoli costituita da 25 sepolture databili tra il VII e il VI secolo a.C. e una strada utilizzata dal III sec. a.C. all'età romana. Le tombe sono collocate ai lati della strada, circostanza che fa presupporre che già in età arcaica esistesse un percorso viario; l’asse stradale ha subito diversi rifacimenti, testimoniati da piani di calpestio sovrapposti. Nella fase più antica (III secolo a.C.) il piano stradale era costituito da una preparazione di lastre di arenaria, delimitata lateralmente da pietre sbozzate di uguali, mentre risale ad età romana la massicciata stradale formata da ghiaia calcarea (strada glareata) bordata da una fila di grosse pietre non lavorate.    
La necropoli è costituita da tombe a fossa con copertura di pietre e da due tombe a tumulo, una struttura circolare realizzata con ciottoli fluviali, posta a copertura della fossa centrale che ospitava la deposizione. I defunti erano forse posti in casse lignee e alcuni di essi erano avvolti in un tessuto o sudario chiuso da fibule e ganci. Il sepolcreto ospita defunti pertinenti a tutte le classi d'età: gli infanti, sub-adulti (12-15 anni), adulti di età compresa tra i 15 e i 30-35 anni, e infine numerosi individui “anziani” con un’età che va dai 40 ai 60.
L’analisi dei resti ossei offre una serie di dati relativi allo stato di salute della popolazione, all’alimentazione, alle abitudini di vita e diventa uno strumento essenziale per comprendere quegli aspetti della vita delle comunità antiche. Il gruppo di individui sepolti a Piana Fusaro mostra segni di consanguineità e affinità di corporatura: per gli uomini la statura media è 1,70 m e per le donne 1,60 m, in linea con le medie della popolazione che abitava l’area appenninica in questa fase storica. Si tratta di individui robusti mediamente muscolosi, che mangiavano molta carne e pochi cereali e carboidrati, segno che erano dediti più alla pastorizia che all’agricoltura. Non vi sono tracce di denutrizione, a riprova della buona disponibilità di cibo, così come non ci sono elementi che indichino decessi per malattie epidemiche.
I corredi si differenziano in base al sesso del defunto: le tombe maschili recano le armi e il rasoio, spesso deposti insieme, mentre i corredi femminili presentano utensili legati alle attività tessili (fuseruole, rocchetti, aghi), ornamenti e gioielli (collane realizzate con vaghi in ambra e pasta vitrea, fibule, bracciali, catenelle con pendenti).